L’importanza del trattamento dell’acqua
Oggi l’acqua è un bene talmente prezioso che si sceglie il riciclo per risparmiarla. Da questa scelta è nata l’esigenza di stabilire delle procedure di trattamento dell’acqua della piscina affinché risponda a parametri di sicurezza chimica e microbiologica che la rendano adatta all’utilizzo da parte dell’uomo.
Queste procedure devono rispondere alla Norma UNI 10637/2015 – Requisiti degli impianti di circolazione, filtrazione, disinfezione e trattamento chimico dell’acqua di piscina. Per quanto riguarda l’acqua di balneazione nelle piscine, il documento Conferenza Stato-Regioni del 16 gennaio 2003 stabilisce i requisiti di qualità sia di quella di immissione che di quella contenuta in vasca.
Secondo la legislazione vigente l’acqua utilizzata per riempire le piscine può provenire dall’acquedotto, da un pozzo o da una autobotte. L’acqua potabile dell’acquedotto è quella più consigliata perché presenta già caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche idonee all’utilizzo per la balneazione in piscina. Per quanto riguarda l’acqua di autobotte o di pozzo devono prima essere sottoposte a controlli chimico-fisici e batteriologici e ad eventuali trattamenti per diventare idonee alla balneazione.
Associamo normalmente l’acqua da bere a quella potabile e l’evidenza che la potabilità sia un requisito necessario per quella delle piscine può sembrare quasi eccessivo. Quando un uomo rimane immerso per un’ora in piscina il suo corpo può arrivare ad assorbire fino a mezzo litro d’acqua. Questo è uno dei motivi per l’acqua potabile è considerata la migliore per il riempimento della piscina, in quanto per sua stessa definizione è compatibile con l’utilizzo da parte dell’uomo.
L’acqua potabile nella piscina quindi non deve essere solo limpida e trasparente ma dal riempimento della vasca allo scarico deve mantenere le sue caratteristiche chimiche, fisiche e batteriologiche, per garantire la sicurezza sanitaria. In particolare la sicurezza sanitaria è assicurata dal controllo costante dei suoi parametri e della struttura dell’impianto e da cicli di trattamenti continui.
In generale, secondo la Norma UNI 10637/2015 tutti i tipi di trattamento dell’acqua della piscina devono essere funzionanti in modo continuativo nell’arco delle 24 ore. Gli impianti di filtrazione devono inoltre garantire, a seconda del tipo di vasca, un tempo di ricircolo minore o uguale a quello stabilito e comunque nel range da 1 a 6 ore.
Si tratta di procedure di base che includono un trattamento dell’acqua della piscina più specifico e atti a garantire caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche simili all’acqua potabile, rendendola così adatta all’utilizzo umano.
La temperatura dell’acqua della piscina va mantenuta intorno a una media di 27° C. Quindi l’acqua potabile inizialmente immessa viene alterata dal riscaldamento e diventa anche un terreno più appetibile per alcuni batteri. Nell’acqua poi si immergono le persone, il “fattore” che maggiormente incide sulla qualità dell’acqua in quanto possono contaminarla con sudore, urina, capelli, epidermide, olii abbronzanti e batteri.
Anche l’ambiente esterno (per le piscine all’aperto) incide sulla contaminazione dell’acqua della piscina con piogge, vento e fogliame così come con animali e uccelli di passaggio. In ogni tipologia di piscina, da pubblica a privata, si deve sempre mantenere controllata la possibile contaminazione con il controllo della “Conta batterica a 22°C e 37°C”. Questo metodo permette di stimare non solo la quantità di batteri presenti in acqua ma anche le condizioni igieniche della vasca e la potenziale ricrescita di microrganismi.
Il trattamento dell’acqua e la sua qualità.
La qualità chimica dell’acqua in vasca è condizionata principalmente da parametri come la durezza, il pH, la temperatura, l’alcalinità e la presenza di metalli pesanti. Questi indici di qualità dell’acqua sono fortemente legati tra loro e dall’ambiente della vasca stessa. Ad esempio, una grande affluenza di persone può favorire l’evaporazione dell’acqua e creare una soluzione più concentrata con conseguenti variazioni di tutti i parametri indicati e un’alterazione delle caratteristiche di limpidezza e trasparenza. Ecco perché è necessario immettere periodicamente nuova acqua nella piscina e regolare i vari parametri. Nello specifico vediamo come i parametri chimici condizionano la qualità dell’acqua della piscina:
- Durezza: si tratta della concentrazione di calcio e magnesio. Tale parametro viene continuamente monitorato perchè in caso di acqua troppo dura precipita calcare che può intaccare l’impianto alterandone il buon funzionamento. Generalmente la durezza dell’acqua viene mantenuta ai livelli richiesti dalla normativa modulando il pH e la temperatura dell’acqua. In alcuni impianti possono essere anche presenti sistemi di addolcimento per il controllo della durezza.
- pH dell’acqua: deve essere compreso in un range tra 7,2 – 7,4, all’interno del quale si è evidenziata la miglior resa dei vari trattamenti chimici (clorazione e flocculazione) e allo stesso l’acqua risulta meno aggressiva non solo per i bagnanti ma anche per gli accessori della piscina stessa
- Alcalinità: deve essere mantenuta tra 80 e 130 ppm. Al di sotto del valore minimo l’acqua diventa aggressiva per i bagnati e al di sopra del massimo la regolazione del pH diventa difficile
Presenza di metalli pesanti, in particolare Ferro, Rame e Manganese. Le concentrazioni di tali metalli pesanti vengono monitorate costantemente, anche in fase di riempimento della piscina se si utilizza l’acqua di un pozzo, in quanto oltre ad alterare il colore dell’acqua sono sostanze nocive per l’uomo.
Mondo Acqua Piscine dedica particolare attenzione al trattamento dell’acqua per proporre le migliori soluzioni per tutte le esigenze.